È stata emessa ieri dalla Corte d’Appello di Catania la sentenza del processo “Survivor”.
Va premesso che a proporre ricorso in Appello contro la sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale collegiale di Ragusa, sono stati 9 dei 15 che furono raggiunti dall’ordinanza cautelare; infatti nel corso dello stesso procedimento furono celebrati sei riti abbreviati davanti al Gup che finirono con sentenze definitive per Giovanni Savio condannato a 11 anni, 1 mese e 10 giorni e Marco Papa a 13 anni e 4 mesi. Tornate in Corte d’Assise le condanne di Pietro Alessandrello a 18 anni e 4 mesi in continuazione di reato, Francesco Battaglia 12 anni 1 mese e 10 giorni in continuazione (10 anni in primo grado) ed Emanuele Galofaro, 18 anni in continuazione (16 anni in primo grado); per loro la Cassazione dispose l’annullamento con rinvio per la rideterminazione del regime sanzionatorio. Finirono assolti Enzo Giliberto accusati di 416 bis e per l’intestazione fittizia della ditta Lineapack, e Angelo detto ‘Elvis’ Ventura, accusato di tentata estorsione. Giovanni Cirmi era stato condannato a 8 anni.
Il blitz Survivor nel 2017
Nel 2017, il blitz condotto da Polizia e carabinieri, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catania, portò all’esecuzione di 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip del Tribunale etneo nei confronti di boss e gregari di Vittoria e Comiso, accusati di associazione mafiosa, estorsioni e fittizia intestazione di beni aggravate dalle modalità mafiose.
Gli arrestati furono considerati appartenenti al clan “Ventura”, appartenente all’associazione di stampo mafioso denominata “Stidda”. Tra gli arrestati finirono i presunti capi, Filippo e Giambattista Ventura.
Le indagini – in riferimento al blitz – permisero di ricostruire l’organigramma del clan, capeggiato dai componenti della famiglia Ventura, accertando che era dedito alle estorsioni in danno di commercianti e imprenditori, i cui proventi venivano reinvestiti in attività economiche lecite.
Le attività investigative condotte dalla Squadra Mobile di Ragusa e dal Nucleo Investigativo, coordinate e dirette dalla DDA di Catania, permisero di appurare l’esistenza di un sodalizio criminale riconducente alla “stidda” vittoriese, delineandone le più attuali modalità operative.
L’esistenza del sodalizio criminale c.d. “stidda” è un dato giudizialmente accertato da pregresse sentenze, che attestano l’operatività dell’associazione nel territorio di Vittoria già dal 1985, con lo storico fondatore del sodalizio Dominante Carmelo cooperato dai fratelli Carbonaro Claudio, Bruno e Silvio, poi divenuti collaboratori di giustizia.
I nomi e le pene
Filippo Ventura, uomo di punta del clan Carbonaro – Dominante, è stato condannato a 26 anni e 8 mesi di reclusione.
Giambattista Ventura detto ‘Titta’ è stato condannato a 15 anni e 6 mesi di reclusione;
Angelo Ventura, figlio di GiamBattista, è stato condannato a 13 anni e 6 mesi;
Francesco Giliberto, 9 anni;
Rosario Nifosì, 15 anni di reclusione;
Salvatore Nicotra, 9 anni e 4 mesi;
Angelo Di Stefano, reati estinti per prescrizione;
Maurizio Cutello, assolto.