È morto Matteo Messina Denaro per le conseguenze legate a un tumore al colon al quarto stadio. Il capomafia di Castelvetrano era detenuto presso l’ospedale San Salvatore dell’Aquila, considerate le sue precarie condizioni di salute.
L’arresto dell’ultimo super latitante, dopo 30 anni, risale al gennaio di quest’anno. Qualche settimana fa la figlia aveva preso il suo cognome e i due si erano riconciliati (qui l’articolo).
Il boss negli interrogatori non ha mai parlato del suo patrimonio e dai covi setacciati, almeno sino ad ora, non risulta nulla di rilevante; di certo la sua eredità e la sua gestione degli affari, considerato che sin prima dell’arresto ha vissuto da pascià, a qualcuno dovrà andare.
Nessun rito religioso prima della tumulazione che avverrà nella sua città natia di Castelvetrano (TP), ma dopo l’autopsia che sarà sempre effettuata nel nosocomio dell’ospedale dove il boss è deceduto.
Tante le risposte che gli italiani si aspettavano con l’arresto del super latitante, ma nel suo interrogatorio è stato chiaro (qui l’articolo).
Di certo rimane il dubbio, non nel merito ovviamente nelle operazioni di cattura e caccia all’ultimo boss, per quanto ritrovato negli archivi del Tribunale di Marsala.
Si tratta di un audio, unico, riguardante proprio il superlatitante “Matteo Messina Denaro”. È successo, infatti, ed è un fatto quasi passato inosservato nel mondo dei social, che tre donne Giovanna Cucè, giornalista Rai, Graziella Proto, giornalista e Nadia Furnari, informatica, durante la ricostruzione di una inchiesta, si sono ritrovate fra le mani un fascicolo in cui, per l’appunto, hanno scoperto l’esistenza di una registrazione audio su vhs inedito datato 1993 del boss Matteo Messina Denaro.
Qui il link di Rainews con l’audio.
A quanto pare, nessuno si ricordava che MMD, nel lontano 1993, fosse stato coinvolto in un procedimento penale e sia stato interrogato in aula di tribunale da un pubblico ministero; è possibile credere che la scoperta di questo audio (se solo si avessero approfondito le ricerche su eventuali testimonianze-interrogatori precedenti di Messina Denaro) tramite trojan o altro, non saremmo riusciti a scovare tutti i covi del latitante ricercato in tutto il mondo?
Perché approfondiamo questo argomento?
Lo scorso settembre del 2022, la testata giornalista IlPost ha pubblicato un articolo su Matteo Messina Denaro, scrivendo quanto segue:
“Nelle intercettazioni Messina Denaro è conosciuto come Ignazieddu, ma si parla di lui anche come Diabolik, o’siccu, olio, Alessio, la testa dell’acqua, colui che manca o semplicemente “iddu”, lui. Oppure si riferiscono al latitante come «il fratello di quello che stava in banca»: uno dei fratelli di Messina Denaro lavorava infatti in una succursale della Banca Sicula. Gli investigatori hanno anche intercettato due indagati che parlavano di Messina Denaro come se fosse morto. Un altro però nei giorni successivi, sempre intercettato, ha detto: «Facciamola girare, così magari allentano le ricerche».
Sempre in tale articolo, consultabile qui, si legge:
“Nell’agosto del 2021 è stato trovato, negli archivi del tribunale di Marsala, un nastro con la sua voce registrata nel 1992 durante la testimonianza in un processo”.
È nostra ipotesi che la data 1992, riportata da IlPost, sia un refuso, in quanto secondo Rainews, l’audio esclusivo del Tg1 in cui si sente la voce del latitante più ricercato di Cosa Nostra, sia stato registrato in un’aula del tribunale di Marsala a marzo 1993, cioè tre mesi prima della sua latitanza!
La vicenda della scoperta dell’audio inedito è stata ricostruita anche dal giornalista Nello Trocchia che ha posto delle domande in merito all’ex Procuratore della Dna (Direzione Nazionale Antimafia) dottor Federico Cafiero De Raho, purtroppo non riusciamo a trovare il link, ma sappiamo che è andata in onda su Nove con il titolo “Caccia all’ultimo latitante”.