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Omicidio Boscarino: arriva la confessione di De Simone

Dopo anni e una sentenza all’ergastolo, alla Corte di Appello di Catania, arriva la confessione dell’omicidio di Alessio Boscarino da parte di Christian De Simone.

Nel processo di primo grado a carico dei fratelli Christian e Roberto De Simone e Davide Greco, nonostante la testimonianza della madre di Alessio Boscarino e i testimoni chiamati dal proprio legale, che fra l’altro non hanno mai accusato nessuno e quasi facevano sembrare la donna ossessionata dal De Simone, la corte pronunciò una condanna alla pena dell’ergastolo.

Tra le testimonianze ricordiamo quella dell’ottobre del 2020, in cui Giovanni Limeri, teste a difesa degli imputati condannati all’ergastolo in quanto ritenuti responsabili dell’omicidio di Alessio Boscarino, avvenuto a Priolo Gargallo tra il 3 e il 4 dicembre 2016, smentì  quanto dichiarato dalla signora Rosa Boscarino, madre del giovane ucciso.

Quella sera dell’omicidio, Limeri si trovava a casa di Alessio Boscarino e appena ha sentito i colpi di pistola è sceso nella strada raggiungendo la macchina, accanto a lui avrebbe preso posto la signora Rosa Boscarino ed hanno raggiunto il luogo dove era avvenuto l’omicidio di Alessio Boscarino ma, quando i legali degli imputati gli hanno chiesto se avesse visto qualcuno allontanarsi dal luogo il Limeri ha risposto di non aver visto nessuna persona che stesse correndo per allontanarsi dal luogo dell’agguato.

La madre del Boscarino dichiarò, al contrario, che quando l’auto arrivò nella strada in cui fu commesso l’omicidio, i fari illuminarono un uomo che stava fuggendo e lei riconobbe Roberto De Simone.

Sempre da cornice a questo processo ci sono le trascrizione, lette dai PM, delle intercettazioni ambientali effettuate dalla Polizia all’interno del Commissariato dove erano stati convocati la madre di Alessio Boscarino, Giovanni Turlà ed Erika Mangiafico, fidanzata del morto ammazzato.

Giovanni Turlà, secondo la signora Boscarino la fonte che gli ha confessato il nome dell’uomo che ha ucciso il proprio figlio, durante la deposizione in aula ha dichiarato “Io glielo dissi alla mamma di Alessio che non me la sentivo di accusare i fratelli De Simone, – aggiungendo – “Se tuoi vuoi vendicarti fallo pure, ma non sarò io a farli condannare perchè non ho visto nè Christian nè suo fratello uccidere tuo figlio”.
Andrea Fioravante, indicato come teste oculare dell’omicidio, dichiarò di avere bevuto quella sera del delitto e di essere rimasto in macchina perchè, essendo ubriaco, non riusciva a camminare, mentre Alessio Boscarino e Giovanni Limeri erano scesi dal veicolo per andare a comprare alcune bottiglie di birra al bar “Scacco matto”.

Continuando, Fioravante ha dichiarato: “Io ho sentito dei rumori e poi delle urla e sono sceso dalla macchina, ma quando sono arrivato dove era stato commesso l’omicidio già Alessio era morto”.

Infine la testimonianza di Erika Mangiafico, la fidanzata del giovane assassinato, la cui deposizione è stata piena di “non ricordo” e solo di avere visto arrivare una macchina dalla quale è scesa una persona che poi ha esploso i colpi di pistola contro il suo fidanzato, per l’esattezza ha riferito che “Il killer poi si è allontanato senza che io potessi vedere il suo volto”.

La Corte d’Assise di Siracusa, però, inflisse la pena dell’ergastolo a tutte tre gli imputati, oltre alla condanna di un risarcimento del danno a favore della signora Rosa Boscarino, madre della vittima, con un disposto provvisionale di centomila euro più le spese sostenute dalla parte civile in complessivi euro 4.500 euro.

La Corte di Appello di Catania si è trovata una sorpresa, ovvero la deposizione resa del collaboratore di giustizia Sebastiano Sardo, ex appartente al clan dei Laudani di Catania, ed ha deciso di interrogarlo.

Il collaboratore di giustizia che era stato sottoposto a diversi interrogatori dai Pm della Procura Distrettuale Antimafia di Catania inerenti il clan Laudani, ha dichiarato ciò che Christian De Simone ebbe a riferirgli a proposito dell’omicidio avvenuto a Priolo Gargallo.

Nella dichiarazione del Sardo è riportato “Christian mi disse che il Boscarino si era recato nella sua abitazione, evidentemente con intenzioni bellicose visto che da parecchi mesi minacciava di ammazzarlo, e, non avendolo trovato, ha detto alla moglie di riferire al marito che era inutile nascondersi perchè lui lo avrebbe trovato e ammazzato. Quando Christian è rincasato e ha trovato la moglie in lacrime e stravolta per le minacce di morte proferite dal Boscarino, dopo essersi fatto raccontare dalla consorte che cosa effettivamente fosse successo e quali minacce avesse proferito il suo rivale, è andato ad armarsi di pistola e si è messo alla ricerca del Boscarino. Il fratello di Christian e un loro amico hanno tentato in tutti i modi di dissuaderlo dall’attuare la spedizione punitiva contro il Boscarino, ma quello non ha raccolto il loro invito e da solo si è messo alla ricerca del suo rivale e quando lo ha trovato gli ha scaricato in corpo tutti i proiettili riposti nel caricatore della pistola”.

Ritornando ai fatti di questi giorni, sia i fratelli De Simone che Davide Greco si sono sottoposti all’esame del P.M., del difensore della parte civile, avvocato Domenico Mignosa, dei loro difensori di fiducia e dei giudici della Corte d’Assise di Appello di Catania.

In questo contesto, proprio Christian De Simone ha confessato di avere ucciso Alessio Boscarino e dove avrebbe nascosto la pistola calibro 9 usata, confermando la dichiarazione del collaboratore di giustizia.

Durante la deposizione il De Simone ha dichiarato di aver litigato con Alessio Boscarino, forse trenta minuti prima dell’assassinio, presso un pub di San Foca.

Sempre l’imputato, ha chiuso la sua deposizione dicendo “Condannate me, ma assolvete mio fratello Roberto e Davide Greco”.

Adesso toccherà agli investigatori, come disposto dalla Corte d’Assise di Appello, rinvenire la pistola utilizzata e poi nella prossima udienza di giugno si cercherà di capire se il ritrovamento e l’eventuale analisi daranno delle risposte.

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